4 febbraio 2015

L'ora del the - A.A.A. opere d'arte cercasi.

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


04 febbraio 2015
"Ho scoperto quei capolavori per caso."

Per il buongiorno la prima notizia è che la casa d'aste più famosa del mondo ha venduto cinque Monet a più di settantatre milioni di euro.
Navigo (sul web) e incappo in vecchie notizie di gente che ritrova per caso quadri di valore.
E' la giornata dell'arte. Bandiera bianca.
Lambiccarsi il cervello non servirà a placare l'idea di essere stata sempre nei posti sbagliati e, perdipiù, aver fatto acquisti inutili, ma quantomeno placherà l'invidia.
Chissà quanto tempo avranno cercato e ricercato quelle opere - mi dico. Quanta fatica! Quale strazio!
Invece no.
C'è chi ha partecipato ad un'asta e per quarantacinquemila lire si è aggiudicato un Bonnard e un Gauguin che attualmente valgono, rispettivamente, seicentomila euro il primo e tra i quindici e i trenta milioni di euro il secondo. Meglio del primo premio della lotteria.
C'è chi, al mercatino delle pulci, acquista un bel quadro per cinquanta dollari che poi scopre essere un Renoir dal valore di settantacinque - centomila dollari.
C'è chi, nell'ennesimo mercatino, compra una tela rovinata che nel restauro si rivela un Picasso.
E poi chi trova litografie, bozzetti, e schizzi vari.
Chi compra a quaranta euro e dopo pochi giorni rivende a cinquemila.
Comprendo solo ora, in notevole ritardo sull'età anagrafica, il perchè di tanto affaticamento nell'andare in giro per mercatini delle pulci.
Ma ci sono anche quelli che, la fortuna, se la trovano in casa: chi trova vecchi buoni del tesoro da cinquantamila lire e li cambia con centottantacinquemila euro; chi ne trova due e raccimola trecentosettantamila euro. Senza neppure lo sforzo di piegarsi tra i banchi del mercatino.
Alla faccia di tutti noi che, quando andiamo al mercatino, torniamo straziati per aver combattuto con le vecchiette col carrello e quando sistemiamo la spesa ci ritroviamo con aggeggi improbabili tipo scarpe con portarossetto incorporato nel tacco, fermaporta a forma di gatto "spiaccicato" a terra, set di forchette girevoli e il pesce che separa il tuorlo dall'albume.
Giro ancora su internet mentre sorseggio la mia tazza di the. Finalmente la notizia che cercavo: il museo degli oggetti inutili esiste e si trova in Austria. Sarà pronto a darmi diecimila euro per il portamine cinese nel quale le mine non entrano?
Monia G.

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