27 gennaio 2015

L'ora del the - La legge è uguale per tutti (i politici, i ricconi, gli impostori)

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


27 gennaio 2015
"Il tribunale dispone la perizia psichiatrica per Corona.
In carcere ha attacchi di panico".

L'onestà intellettuale. La dedizione alla lealtà. La decenza. Il decoro.
Da quando nasci (e poi da quando vai a scuola), ti insegnano i valori della famiglia, della sincerità, libertà, dignità, coraggio e integrità. Di default (nel senso informatico del termine) tutto bene. Ma poi (si sa, eh!) in alcuni soggetti tanti sforzi sono vanificati.
C'è chi va a letto con minorenni e organizza festini e che (sebbene beccato con le mani nella marmellata) convince il resto del mondo che la sua era un'opera pia o, meglio ancora, non sapeva che colei che aveva nel letto era una disgraziata minorenne. Ma, si sa, il mondo è pieno di nipoti di Mubarak.
C'è chi riceve in omaggio una casa vista Colosseo e non lo sa (beata ignoranza) e trova anche un giudice che, contro tutto il senso comune che ha mosso almeno una trentina di milioni di italiani, lo assolve da ogni possibile dubbio o accusa e lo dichiara ignorante (nel senso che proprio ignorava di aver ricevuto in regalo, senza altro pretendere, la casetta fronte Colosseo).
C'è chi, invece, viene condannato.
E il fatto sta sulla bocca di tutti quantomeno perchè di condanne, in Italia, ai nomi popolari, se ne sentono raramente. E, poverino, si difende il malcapitato. E lui ce la mette proprio tutta per uscire di galera o farsi accorciare la condanna. Giustamente. Io, tanto per dire, arriverei a chiedere la grazia al Presidente della Repubblica (ça va sans dire).
E poi, tra i malcapitati-condannati c'è chi inizia a soffrire di attacchi di panico e stati di ansia. Io, tanto per dire, arriverei a chiedere i domiciliari.
Certo, se una persona è condannata senza aver commesso reati, gli attacchi di panico in un carcere possono arrivare in risposta a tutti quei valori che la famiglia e le maestre t'hanno insegnato con tanta cura nel corso degli anni.
Diverso è se il condannato-malcapitato ha aggredito un agente della Municipale, ha corrotto, fatto bancarotta fraudolenta, evadione fiscale e associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, non ha mai preso la patente ma è stato fermato più volte per eccesso di velocità, ha detenuto e speso banconote false, estorto, ha trattato illecitamente dati personali, ha detenuto e fatto ricettazione di arma da fuoco (una pistola). Allora (e dico allora) gli attacchi di panico avrebbero dovuto mangiarselo (il malcapitato-condannato) mentre ideava o poneva in essere questi comportamenti che, a casa mia, si chiamano reati. Ma in quei momenti il panico non ce l'aveva.
Prendo l'album delle foto e guardo i volti dei miei genitori e delle amate maestre. Sorseggio il the, è l'ora giusta. L'ora di ricordarsi che nella vita sono queste persone ad essersi sforzate con me e io con loro per il mio stesso bene: tanti sforzi per una morale. Cadi e ti rialzi. Sbagli, capisci e cambi rotta.
E oggi guardi il mondo con lo sguardo fiero perchè hai la tua sudatissima morale. Alla faccia della nipote di Mubarak, della casa al Colosseo e degli attacchi di panico del reo.

Monia G.