31 gennaio 2015

L'ora del the - Finalmente un Presidente della Repubblica...uomo!

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


31 gennaio 2015
"Eletto Mattarella, nuovo Presidente della Repubblica Italiana".

Pratica da archiviare: elezione del Presidente della Repubblica.
E' stato eletto oggi Sergio Mattarella. Niente da dire contro, anzi, sono contenta della sua personale carriera polica che l'ha portato sul Colle. Piersanti Mattarella è stato ucciso nel 1980 per mano della mafia, da oggi suo fratello minore rappresenta lo Stato intero. Ha un volto sereno, un fare serafico. Sono contenta della sua elezione e ho seguito le votazioni, il countdown, gli applausi, le strette di mano.
La speranza di veder eletta la prima donna Presidente della Repubblica, però, è svanita. Se ne riparlerà tra sette anni, quando avrò superato gli "anta", nel 2022.
Ma ho seguito anche chi esaltava il fatto che per la prima volta, alla lettura delle schede di votazione vi fossero più donne, prime su tutte la Presidente della Camera (Laura Boldrini) e la Vicepresidente del Senato (Valeria Fedeli). Come a dire: consolatevi donne, state facendo dei passi da giganti! Come a dire: pazienza, siete arrivate seconde.
E' come dire che bisogna gioire se l'Italia calcistica arriva seconda ai mondiali. La voglio vedere, io, la faccia dei maschi italiaci. Su! Suvvia! Siate contenti: siete arrivati secondi, non è male! Anche ai secondi spetta il momento di gloria!
Sorseggio il mio quotidiano the. Momento di calma, calore, riflessione.
Ma sì, allora che gloria sia!
Ai russi per essere allunati per secondi dopo l'Apollo 11 americano.
Ai The Common Linnets, secondi all'Eurovision Song Contest dietro la trans Conchita Wurst.
A Bartali per le battaglie perse all'ultimo sangue contro Coppi.
Al genrale Custer per essere stato confitto dai Lakota nella battaglia di Little Bighorn.
A Sforza, Einaudi, Saragat, Martino, Nenni, De Martino, Forlani, Miglio, Gasperini, Bossi e Rodotà per essere arrivati secondi all'elezione dei rispettivi Presidenti della Repubblica De Nicola, Gronchi, Segni, Saragat, Leone, Pertini, Cossiga, Scalfaro, Ciampi e Napolitano (due volte).
A Karpov per aver vinto meno tornei del re degli scacchi Kasparov.
A Foreman per aver perso il titolo mondiale contro Muhammad Ali.
Ad Achille Togliani per essere arrivato secondo al primo Festival nazionale dietro Nilla Pizzi.
A Federer che ha perso una delle più belle partite di tennis di tutti i tempi contro Nadal.
A Toto Cutugno per essere arrivato secondo per sei volte al Festival di Sanremo.
Queste sì che sono soddisfazioni!
Monia G.

30 gennaio 2015

L'ora del the - La misoginia del sette.

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


30 gennaio 2015
"Il sette che perseguita le donne va condannato."

I peccati capitali? Sono sette: gola, accidia, superbia, avarizia, ira, invidia, lussuria.
I dolori di Maria? Sono sette: profezia dell'Anziano Simeone sul Bambino Gesù, fuga in Egitto della Sacra Famiglia, perdita di Gesù nel Tempio, incontro di Maria e Gesù lungo la Via Crucis, Maria ai piedi della croce del Gesù crocifisso, Maria accoglie tra le braccia Gesù morto, Maria vede seppellire Gesù.
La Guerra dei sette anni.
Le battaglie dei sette giorni.
Sudare le sette camicie.
Lingua bordella per sette favella.
Cosa hanno in comune? Tutte accezioni femminili con connotazione negativa: LA gola, L'accidia, L'avarizia, L'ira, L'invidia, LA lussuria, Maria, LA guerra, LA battaglia, LA camicia e LA lingua.

I saggi filosofi greci? Sono sette: Talete, Solone, Biante, Pittaco, Cleobulo, Chilone, Misone.
I Re di Roma? Sono sette: Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo.
I sette nani: Brontolo, Cucciolo, Dotto, Eolo, Gongolo, Mammolo, Pisolo.
I sette Colli di Roma: Aventino, Campidoglio, Viminale, Palatino, Quirinale, Celio, Esquilino.
Dei della felicità per buddhismo e shintoismo? Sette: Ebisu, Daikoku, Benten, Fukurokuju, Bishamon, Jurojim, Hotei.
I colori dell'arcobaleno? Sette: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, violetto. 
Essere al settimo cielo.
Sette le vite del gatto.
Notato niente? Sottolineo l'accezione maschile dalla sfumatura positiva: tutti uomini i saggi greci, i Re di Roma, i nanerottoli, L'Aventino, ILCampidoglio, IL Viminale, IL Palatino, IL Quirinale, IL Celio, L'Esquilino, Ebisu e compagni, IL rosso, L'arancione, IL giallo, IL verde, IL blu, L'indaco, IL violetto, IL cielo e IL gatto.

E' palese l'utilizzo misogino del numero sette, sebbene questo aspetto cerchi invano di essere mistificato da un'apparente par condicio:
- sette anni di sfortuna (femminile) per la rottura di uno specchio (maschile);
- sette i cieli dell'antichità: IL Sole, LA Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno. Nel tempo le cose sono cambiate, molti cieli si sono trasformati in pianeti, altri in satelliti, altri ancora in stelle. E così, togliendo Sole e Luna e poi aggiungendo Terra, Plutone, Urano e Nettuno, si è arrivati all'attuale sistema solare. Almeno fino a quando, nel 2006, una commissione speciale di sette saggi (guarda un po' che coincidenza), ha fatto fuori Plutone. Ma a noi donne va bene perchè possiamo ancora contare sulla rappresentanza sia della Terra che di Venere.
Roba da far vacillare l'autostima femminile e farla scendere sotto la suola delle scarpe tra tutti gli sgambetti  di accezioni e denotazioni varie.
Ah! Ma chissà quali novità ci saranno oggi dato che da ieri sono iniziate le consultazioni per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica! Chi verrà eletto rimarrà in carica per i prossimi sette anni. IL Presidente della Repubblica... la più alta carica dello Stato e (giusto per mettere il dito nella piaga) dalla chiarissima connotazione maschile. Chi ha sentito dire: "elezioni al Quirinale per LA Presidente della Repubblica"? Non affollatevi a dire "io", "io", "io", perchè voglio ascoltare le prove!
La visione androcentrica del linguaggio autodeterminerà per la dodicesima volta l'elezione di un uomo al Colle? Lo sapremo (sperando di finire col calvario di schede bianche e votazioni al limite del ridicolo) a partire da domani. Speriamo.

E' l'ora del the (maschio) che bevo in tazza (femmina), mica nel bicchiere (maschio). E non metto neanche LO zucchero che, altrimenti, dovrei girare col Il cucchiaino. Questione di coerenza.
Monia G.

29 gennaio 2015

L'ora del the - Il Quirinale e il bar dello sport

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


29 gennaio 2015
"La sfida al Quirinale non appassiona".

Oggi, leggendo i giornali, ho percepito una certa preoccupazione da parte dei giornalisti poichè gli italiani non si sono appassionati al "caso Quirinale". Dietro la preoccupazione sono certa si nascondesse del rammarico.
Da quanto tempo sento parlare di Quirinale e successione al Colle? E nonostante tutti gli sforzi fatti dai mezzi di comunicazione, la gente non si è appassionata, chissà perché.
Il caro Napolitano era ormai arrivato all'esaurimento (delle sue energie intendo) e ha aperto la strada alle nuove consultazioni per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica Italiana. Spiegato in forma semplicemente comprensibile ma seriosa come richiede un simile evento.
Invece, negli ultimi tempi, ci hanno rincoglionito con frasi fatte e slogan sportivi del tipo: "corsa al Colle"; "battaglia per il Quirinale", "la partita del Colle", "il totopresidente", "la scommessa del Quirinale", trattando uno degli eventi più importanti di una democrazia come fosse una partita di calcio. Da alta attenzione, ovvio, tipo un derby, non una partita di serie B.
Ma come in uno scontro tra ultrà (che i rappresentanti del popolo, al cospetto dei mezzi di comunicazione di massa, denigrano nelle sue forme di violenza), politici di tutti i generi si sono fatti la guerra con mezzucoli di bassa lega al fine di far eleggere il nome a loro preferito. Cioè quello che, alle prossime elezioni, gli porterà più voti. I loro ronzii ancora mi girano nelle orecchie. Come le promesse, le belle parole, i falsi buonismi, gli attacchi (spesso in dialetto o in italiano sgrammaticato), le offese, le denigrazioni. Eccolo qui il gioco della politica: dire tanto per non dire niente. E dire per dire, allora tanto vale parlare come al bar dello sport: scommettere, correre, battagliare, vincere, perdere (il pareggio mai, perchè la politica, dallo sport, evita di prendere ciò che di buono ha).
E le orecchie di noi cittadini sono piene (e non solo le orecchie).
Noi compaesani, cari politici e comunicativi professionisti, siamo preparati alla suspance e alla battaglia: siamo allenati.
Sentiamo parlare di palle e palloni sette giorni su sette (intendo dire tra campionato, anticipi, posticipi, coppe, turni infrasettimanali, partite delle 12, 15, 18 e 21 - da giocare su tutte le ruote).
Siamo allenati al pathos da tutti gli avvenimenti di cronaca che avvengono e che tengono incollati alla notizia (insegnano i vari casi: Franzoni, Scazzi, Erika e Omar, Meredith, Erba, le bestie di Satana e il mostro di Firenze, tanto per dirne alcuni).
Noi cittadini, cari politici, siamo dei professionisti e se volete accalappiare la nostra attenzione non dovete giocare sul pathos o sulle definizioni calcistiche o psudo-sportive. No, cari politici. Perchè a noi italiani piace chi fa bene il proprio mestiere e, con i termini appropriati nonchè con un senso civico fuori dall'odinario, trasmette competenza e serietà.
E se, comunicatori e politici, volete davvero tornare ad appassionarci, siate voi i primi ad essere appassionati a ciò che spiegate e a ciò in cui credete. Tutto il resto è una mera chiacchiera da bar.
Iniziano le consultazioni per il nuovo Presidente, ma già si sa che non verrà eletto immediatamente. E' l'accordo degli ultrà che devono fingere di darsi battaglia.
E' l'ora del the. Acqua, bollitore, infusione. Limone, senza zucchero.
Peccato, lo berrò da sola. Se fossi stata in una Nazione popolata da politici seri, il the, oggi pomeriggio, l'avrei bevuto col nuovo Presidente della Repubblica Italiana.
Monia G.

28 gennaio 2015

L'ora del the - Alla faccia dell'egocentrismo

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


28 gennaio 2015
"L'ex tronista dichiara di aver avuto 40.000 donne".

Credo l'ultima volta sia accaduto alle scuole superiori: sentire un appartenente al genere maschile che si vantava di aver avuto centinaia di donne.
Da allora è passata tanta acqua sotto i ponti (ma guai a chi pensa sia vecchia!) e i tempi sono andati avanti, così ho creduto che anche l'uomo fosse progredito. E' sicuramente accaduto ma, a quanto pare, alcuni rarissimi esemplari sono rimasti chiusi nella retrogarda mentalità del possesso.
Oggi il pranzo mi è andato di traverso sentendo storie di quei maschi che maltrattano le proprie compagne talvolta uccidendole in un impeto violento, altre volte provocando la loro morte dopo lo strazio di agonie e sofferenze indicibili; sono troppo indignata dalla morte della  donna che, nel pavese, é perita per gli stenti arrivando a pesare 15 chili a causa di un marito che (lo appurerà un processo) l'ha lasciata in stato d'abbandono fino all'epilogo più triste. Che il cielo si prenda cura di lei e le leggi di lui.
Il the è caldo e in questa giornata fredda ci vuole.
Ma mentre lo bevo rischio di ustionarmi quando, aperto il pc, leggo che un ex tronista dichiara (sta scritto sui giornali on line) di aver avuto 40.000 (quarantamila) donne. Ma ora, a quarant'anni, ha trovato l'amore (e siamo tutte contente, quantomeno perchè speriamo non sciorinerà più egocentriche gesta).
Sarà un vizio di famiglia, geneticamente ereditato da mio padre, ma immediatamente ho cercato di calcolare la media annuale delle donne avute da quest'uomo. Calcolatrice, pronti e via col conteggio.
Il macho ha dichiarato che l'amore l'ha trovato 9 mesi fa. Quindi, le donne avute fino a 9 mesi fa sono state 39.999. Supponendo che la prima l'abbia avuta a 13 anni (me lo immagino un macho precoce) e togliendo gli ultimi 9 mesi di fedeltà, calcolo che la sua mirabolante attività deve essere stata spalmata su 26 anni e 3 mesi. 39.999 donne in 26 anni e 3 mesi fa una media di 4,17 donne al giorno (influenze e momenti di lavoro inclusi).
Se fossi stata una di quelle 39.999 donne mi sarebbe venuto un colpo all'idea che il mio incontro con il macho doveva essere condiviso con altre 3,17 donne (questione di medie).
Ma se fossi stata un uomo, sai che invidia! Certo, lavoro stancante quello del macho, ma quando sei predestinato non puoi mica tirarti indietro. E la vita ti deve aver dato tanto: oltre al fascino irresistibile del macho, ti è stato fatto dono di tanta fortuna perchè ogni donna incontrata è caduta nella trappola del maschio latino.
Penso a quale complesso verrà oggi a tutti quegli  uomini garbati che, per ottenere il primo appuntamento con la donna che desiderano, devono sudare le sette camicie. E trova il modo di parlarci. E trova il modo di farti lasciare il numero di telefono. E trova il locale adatto alla prima uscita. E trova i fiori giusti. E trova l'orario adatto. E trova i preservativi (anche se lei, lo sai, al primo appuntamento sarà più pura di Santa Chiara). E, se non ce l'hai, trova l'amico o l'amico dell'amico che ti presta la macchina o il motorino. E poi, se l'hai finito, devi pure andare in giro per profumerie a trovare il tuo profumo da latin lover. Poi devi trovare la pazienza di aspettarla perchè lei non arriverà puntuale: è il primo appuntamento e chi decide come e quando si fanno le cose deve essere chiarito immediatamente.
Se sei nella media a fine serata ricevi un bacio sulla guancia. Se sei il macho, a fine serata stai alla numero 4,17.
Il macho alza la media, non ti allarmare amico mio che invece della media fai parte. Ma se può consolarti, uomo medio non violento, sappi che a noi (donne medie), non ci piace avere un uomo in condivisione. E non ci piace neppure in numero 4,17 .
Monia G.

27 gennaio 2015

L'ora del the - La legge è uguale per tutti (i politici, i ricconi, gli impostori)

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


27 gennaio 2015
"Il tribunale dispone la perizia psichiatrica per Corona.
In carcere ha attacchi di panico".

L'onestà intellettuale. La dedizione alla lealtà. La decenza. Il decoro.
Da quando nasci (e poi da quando vai a scuola), ti insegnano i valori della famiglia, della sincerità, libertà, dignità, coraggio e integrità. Di default (nel senso informatico del termine) tutto bene. Ma poi (si sa, eh!) in alcuni soggetti tanti sforzi sono vanificati.
C'è chi va a letto con minorenni e organizza festini e che (sebbene beccato con le mani nella marmellata) convince il resto del mondo che la sua era un'opera pia o, meglio ancora, non sapeva che colei che aveva nel letto era una disgraziata minorenne. Ma, si sa, il mondo è pieno di nipoti di Mubarak.
C'è chi riceve in omaggio una casa vista Colosseo e non lo sa (beata ignoranza) e trova anche un giudice che, contro tutto il senso comune che ha mosso almeno una trentina di milioni di italiani, lo assolve da ogni possibile dubbio o accusa e lo dichiara ignorante (nel senso che proprio ignorava di aver ricevuto in regalo, senza altro pretendere, la casetta fronte Colosseo).
C'è chi, invece, viene condannato.
E il fatto sta sulla bocca di tutti quantomeno perchè di condanne, in Italia, ai nomi popolari, se ne sentono raramente. E, poverino, si difende il malcapitato. E lui ce la mette proprio tutta per uscire di galera o farsi accorciare la condanna. Giustamente. Io, tanto per dire, arriverei a chiedere la grazia al Presidente della Repubblica (ça va sans dire).
E poi, tra i malcapitati-condannati c'è chi inizia a soffrire di attacchi di panico e stati di ansia. Io, tanto per dire, arriverei a chiedere i domiciliari.
Certo, se una persona è condannata senza aver commesso reati, gli attacchi di panico in un carcere possono arrivare in risposta a tutti quei valori che la famiglia e le maestre t'hanno insegnato con tanta cura nel corso degli anni.
Diverso è se il condannato-malcapitato ha aggredito un agente della Municipale, ha corrotto, fatto bancarotta fraudolenta, evadione fiscale e associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, non ha mai preso la patente ma è stato fermato più volte per eccesso di velocità, ha detenuto e speso banconote false, estorto, ha trattato illecitamente dati personali, ha detenuto e fatto ricettazione di arma da fuoco (una pistola). Allora (e dico allora) gli attacchi di panico avrebbero dovuto mangiarselo (il malcapitato-condannato) mentre ideava o poneva in essere questi comportamenti che, a casa mia, si chiamano reati. Ma in quei momenti il panico non ce l'aveva.
Prendo l'album delle foto e guardo i volti dei miei genitori e delle amate maestre. Sorseggio il the, è l'ora giusta. L'ora di ricordarsi che nella vita sono queste persone ad essersi sforzate con me e io con loro per il mio stesso bene: tanti sforzi per una morale. Cadi e ti rialzi. Sbagli, capisci e cambi rotta.
E oggi guardi il mondo con lo sguardo fiero perchè hai la tua sudatissima morale. Alla faccia della nipote di Mubarak, della casa al Colosseo e degli attacchi di panico del reo.

Monia G.

26 gennaio 2015

L'ora del the: farmaci abbondanti e lotta allo spazio

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


26 gennaio 2015
"Media di 23 confezioni di farmaci per ogni italiano.
Ascesa degli antidepressivi".


Mi sono sempre chiesta come facciano quelle famiglie a tenere i medicinali in quegli stipetti bianchi con la croce rossa. Avete presente? Quelli nei quali se ci metti l'acqua ossigenata devi decidere tra cerotti e ovatta perchè tutti e due, dentro, non ci stanno. Dimensioni 30x30x12 cm di spessore e con tanto di mensole; meno di un salvadanaio.
Se è vero quello che dice l'Agenzia Italiana del Farmaco, ciscuno di noi assume 23 confezioni di farmaci l'anno. Va da sé che nello stipetto con la croce rossa non ci entrano neppure chiedendo la grazia alla Madonna.
Vorrei, col cuore in mano, chiedere a tutte le case farmaceutiche del mondo (tanto immagino che anche in Canada o in Francia abbiano lo stesso problema di stipetti) di fare confezioni più consone a quel che stanno vendendo.
Se hai un'influenza e vai in farmacia, devi portarti dietro il bustone blu della famosa azienda di mobili svedese, altrimenti devi fare due viaggi, tanto sono ingombranti le confezioni dei medicinali.
Quando apri le scatole delle medicine ti passa la malattia e ti vendono i giramenti di...
Innanzi tutto la confezione in cartoncino è grande abbastanza da nasconderci dentro un paio di ciabatte.
La seconda fase è quella di leggere il bugiardino perchè come e quando devi prendere la pillola, una volta tornata a casa, non te lo ricordi mai. Inizi a leggerlo ma è lungo come il Purgatorio della Divina Commedia, allora smetti altrimenti, prima di arrivare alla fine, alla casa farmaceutica la mandi all'Inferno (dantesco, si intende).
E poi inizi a cercare le pillole. Perchè mai devo fare la caccia al tesoro? Perché tu, casa farmaceutica, mi sistemi le pillole in modo alternato e alcuni "posti" sono vuoti? Ti costava tanto riempirli tutti? Volevi farmi divertire? Beh, casa farmaceutica, sappi che se sto prendendo quelle pillole sono tendenzialmente malata, quindi non sono in vena di giochi e, nel 99% dei casi, mi girano per girami (a buon intenditor...).
Ora, care case farmaceutiche, cosa vi costerebbe mettere le pilloline una vicina all'altra in confezioni piccole? Vi rendete conto che noi comuni pazienti dobbiamo infilare le nostre beate medicine nello stipetto con la croce rossa? Ma voi, dove le mettere le medicine?
E poi al mistero delle grandezze sproporzionate al contenuto si somma il quello del dosaggio.
Come i cerchi nel grano, temo ci vorranno ancora anni per risolverlo.
Allora preparo il mio the, oggi verde, e mi rilasso
Si sa che i tormenti interiori quando arrivano faticano ad andarsene. E il mio tormento è la Dose.
Sul bugliardino c'è scritto che quella medicina va assunta per 5 giorni, 3 volte al giorno. Non per saccenza, ma è matematicamente evidente che, se seguiamo il bugiardino, dobbiamo assumere 15 pillole per effetuare la cura. Nella confezione, secondo voi, quante ce ne sono? 15? No. Ce ne sono 10. Il medico concorda col bugiardino e io, in farmacia, devo comprare 2 confezioni delle maledette pillole. Spendendo il 25% in più del necessario.
E poichè a fine cure di pillole me ne rimarranno 5, le dovrò conservare con la scatola e col bugiardino perchè si sa, coi malanni di stagione magari c'è una ricaduta, l'ha detto pure il medico. E lo stipetto con la croce rossa sogghigna alle mie spalle e mi segue con lo sguardo quando, disperata, cerco un posto, in tutta casa, per sistemare questo ennesimo avanzo di confezione.
Non mi stupisco che gli antidepressivi siano in ascesa.
Ma prevedo che presto dovranno esserlo anche i calmanti. 
Monia G.

24 gennaio 2015

L'ora del the - napcabs: il pisolino è assicurato

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


24 gennaio 2015
"Le celle per riposare in aeroporto le trovi a Monaco.
S.O.S. napcabs in Italia".

E poi tutti si chiedono perchè i tedeschi sono un passo avanti rispetto agli altri Paesi europei. La risposta l'ho trovata oggi: hanno le napcabs e lo dico a mia nonna. "Bello" dice lei. E in un'attestazione di onestà mentale mi chiede: "e sono importanti queste pillole?". E giù a spiegare che le fantasmagoriche "napcabs" non sono pillole salvacuore, ma delle celle per il riposino. Quattro metri quadrati di serenità tra il frastuono degli altroparlanti e del chiacchiericcio aeroportuale.
A Monaco se sei stanco e il tuo volo parte fra tre ore, puoi prendere la carta di credito, strisciarla, pagare 10/15 euro l'ora, entrare nella futuristica cella climatizzata completa di letto e monitor touch screen e riposarti quanto vuoi (o quanto il tuo conto corrente permette). I tedeschi sono forti davvero: sanno che devi attendere ore e ore quindi ti indorano la pillola mettendoti avveniristici confort sotto il naso; tu dormi e non pensi a protestare. La conferma di quanto dico sta nel fatto che di questi napcaps ne possono usufruire sia i passeggeri che gli addetti aeroportuali: a Monaco tagliano corto anche sugli scioperi.
Una napcabs ti acquieta e, secondo me, ti salva la vita (come un tempo dicevano in una pubblicità di una ex monopolista compagnia telefonica).
Mentre il the è in infusione immagino un mondo migliore costellato di napcabs.
Vai alla posta e dopo tre (dico tre) ore di coda allo sportello delle raccomandate (fatte preché il terminale non funziona) cerchi di scovare il direttore, ovunque sia nascosto, e gli vomiti addosso la tua rabbia. Ti si uniscono tutte le altre persone che erano in fila dopo di te (quelle prima di te, di solito, stanno zitte per paura di perdere la posizione ottenuta). Il direttore è in evidente imbarazzo e cerca giustificazioni improbabili, ma ormai la protesta è partita e lui sa che la valanga di vomito finirà solo con la chiusura della giornata. Ma il direttore tutto ciò se lo è cercato: se mi avesse installato delle napcabs io, sapendo di dover fare tre (dico tre) ore di coda, mi ci sarei fiondata, avrei dormito e non avrei dato vita ad alcuna protesta. Consiglio alle poste di investire nelle napscabs.
Lo stesso vale per: pronto soccorso (di qualsiasi città e dimensione); circoscrizione; delegazione; anagrafe; medico di famiglia; catasto; ufficio pubblico in generale; stazione dei treni (che di ritardi ne sa qualcosa); stazione metropolitana; capolinea di pullman e autobus.
E grazie a chiunque voglia installare una napcabs. Anche al Comune se volesse installarne sulle piazzole delle tangenziali o del Grande Raccordo Anulare.
Il the è pronto ma nonna adesso è triste perchè confidava nella scoperta di una nuova pillola. Se ne farà una ragione quando le capiterà di andare a Monaco e il volo per Fiumicino subirà cinque ore di ritardo per sciopero. Perchè le napcabs a Fiumicino non ci sono ma gli scioperi invece sì.
Monia G.

23 gennaio 2015

L'ora del the - Matteo, Angela e i segreti delle Capitali scomparse.

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


23 gennaio 2015
"Altro che Roma, la vera capitale d'Italia è Firenze.
Lo dice Antonio che l'ha sentito da Matteo che l'ha detto a Angela".

Ad Angela l'Italia piace, non c'è che dire. E' venuta nel Bel Paese più volte: alcune per motivi di lavoro, altre per motivi personali, altre ancora per pura curiosità. Angela viene dal Nord Europa, è abituata a climi freddi e la cucina della sua Nazione d'origine si basa su wurstel, pesce affumicato e birra.
Antonio si è laureato in lettere e ora è direttore di un museo a Firenze.
Matteo è un giovanotto fiorentino, s'è laureato in giurisprudenza ma poi ha deciso di lavorare nel settore pubblico.
Un giorno, Angela e Matteo si incontrano e Matteo, che ormai si occupa del Pubblico del Bel Paese in grande stile, accompagna la curiosa Angela in giro per la città di Firenze. Gira che rigira arrivano in un museo, il museo dove lavora Antonio. Guarda che bello qui, guarda che bello lì. Stupori, meraviglie e buonumore. Chiacchierano amabilmente, Matteo e Angela, poi entrano talmente tanto in confidenza che Matteo dice ad Angela: "Altro che Roma, la vera capitale d'Italia è Firenze". Antonio li sente.
Poi tutte le persone mediamente informate sanno quel che Angela e Matteo si sono detti e che Antonio ha sentito.
Ora è evidente che Matteo sa cose che altri sessantamilionisettecentottantaduemilaventisei persone non sanno. Eh no Matteo! Se uno sa una cosa è giusto che la condivida!
Appena saputa la notizia che Firenze è la vera capitale d'Italia ho spento il bollitore del the e sono scesa in cantina per prendere i miei vecchi libri di storia: quello di storia contemporanea dell'università, quello di storia delle superiori, quello delle medie, il sussisiario delle elementari e, per fortuna, anche il libro di storia delle medie di mia madre (giusto per conferma).
Ho cercato affannosamente, lo giuro, ma niente: tutti i libri non sanno quel che Matteo sa.
Un attimo, un attimo! Firenze Capitale dal 1865! Allora Matteo aveva ragione!
Tutti questi stramaledettissimi testi (che darò al rogo in piazza al più presto) citano Roma come Capitale dal 1871.
Dovrò scrivere una mail e inviarla alle case editrici (almeno a quelle italiane) per toglierle dall'ignoranza! Eh... editori e storici ancora credono che la Capitale sia Roma... nooo, è Firenze e l'ha detto Matteo.
E dovrò scrivere al primo cittadino di Roma che, sissignore, è convinto di essere sindaco della Capitale. E poi vada come vada!
Accendo il bollitore e mi consumo nell'attesa del bollore dell'acqua, sconfortata per essere stata così ignorante per così tanto tempo. The nel filtro e attesa, snervante, di minuti di infusione che non terminano mai. Oggi il the lo prendo con doppia zolletta di zucchero: dopo questa notizia amara ho bisogno di dolcezza.
Angela, per favore: ottantatremilionitrecentonovantacinquemilaquattrcentocinquantacinque persone, nel tuo Paese, sanno che la loro Capitale è Berlino. Se devi dirgli che è Bonn fallo subito. Ma poi avvisami, così avviso anche gli editori dei libri di storia e fanno due correzioni e una sola ristampa (siamo in tempi di spending review).
Ma se così fosse, Angela, ti offro un the. E se vuoi portare anche il tuo amico Matteo fai pure, magari scopro altre novità.
 Monia G.

22 gennaio 2015

L'ora del the - mozzarella latte-esente

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


22 gennaio 2015
"Mozzarella senza latte".

Le Forze dell'ordine hanno scoperto un caseificio che produceva mozzarelle senza latte e prodotti affumicati con detta affumicatura ottenuta dalla combustione di materiali di rifiuto. Ora il titolare del caseificio è indagato.
Ammetto che, per un attimo, ho immaginato di aver ingerito una di quelle mozzarelle e di esserne rimasta schifata, disgustata, nauseata.
Ma poi mi sono redenta pernsando a quel pover'uomo di un titolare dell'azienda che, poveraccio, deve aver avuto i suoi buoni motivi per creare una mozzarella frankensteinizzata di tal fattezza! A chi non sarebbe venuto in mente di creare una buona mozzarella senza usarne l'ingrediente principale? Nouvelle cuisine? Fusion? Delicatessen? Cucina innovativa? Chissà... quel sant'uomo d'un titolare deve essere rimasto folgorato dai vari tipi di cucina! Oppure potrebbe essersi sentito ispirato da tutti quegli accostamenti "slurposi" che nell'etere affollano decine di canali. Magari, quell'imprenditore avrà valutato il mercato: gluteen free, senza polifosfati, cruelty free, nichel free, senza soia, senza lattosio. In stato confusionale avrà pensato di fare la mozzarella latte-free, ma talmente tanto free da non poterne tenere (neppure sbaglio) un litro in azienda. Poveretto, ora tutti a dargli contro e per lui sarà un inferno!
Stanca di questi pensieri compassionevoli ho preparato la tazza, il bollitore e, giunta l'ora del the ho dato inizio al rituale pomeridiano della preparazione: ho preso il the, quello nero, e l'ho messo nel filtro; l'odore acre m'è entrato nelle narici e poi, tuffato nell'acqua bollente ha iniziato a disperdere i suoi aromi e il suo colore. Versamento in tazza e sorseggiamento.
Mi sento come confusa e poi mi riprendo e ora, solo ora, posso riflettere seriamente: il the l'avranno realizzato con il the? Il mio the sarà mica un the-free senza the? Il mio amatissimo the sarà vegetale o animale travestito? Schifo. Disgusto. Nausea. Il mio the deve essere fatto al 100% da the, non transigo!
E allora, care forze dell'ordine, cara magistratura, caro buonsenso, a tutti voi sarò lieta di offrire una tazza di the (con il the dentro) ma a patto che gente come quell'imprenditore paghino per la frode; che paghino per i danni provocati; che paghino per i danni che avrebbero potuto provocare fino all'età della pensione e oltre; che paghino per lo schifo, il disgusto e la nausea.
Scusate, ma ora vado a prepare la cena: mozzarella in carrozza...e vai!
Monia G.

21 gennaio 2015

L'ora del the - antiterrorismo crea lavoro

Il the è una tazza di vita (Anonimo)


21 gennaio 2015
"2.600 posti di lavoro antiterrorismo".

Finalmente una buona notizia!
Tutte queste battaglie per combattere il terrorismo avranno una ricaduta positiva per l'occupazione che negli ultimi tempi, a dire il vero, non viaggiava su percentuali da record.
Nel dopoguerra, in Italia, si aumentò l'occupazione grazie all'edilizia creando nuovi quartieri nelle città e iniziando opere di infrastrutture lungimiranti (l'Autostrada del Sole giusto per citarne una).
Oggi, dal terrorismo ci si deve difendere e c'è chi decide (che Dio l'abbia in gloria!) di creare posti di lavoro a difesa della nazione: 2.600 assunzioni tra il Ministero dell'Interno e lavori di difesa correlati. In tre anni 2.600 famiglie non dovranno sostenere i loro disoccupati.
Insomma, si difende la nazione, si aumenta la percezione di sicurezza nei cittadini, si fa girare l'economia. Quando si dice che da un male (il terrorismo) nasce un bene (lavoro)!
Sono proprio contenta della notizia che ho appena letto!
Il the è caldo, metto lo zucchero, giro col cucchiaino e sorseggio ma... di traverso, il the mi va di traverso! Che mi venga un colpo! Datemi zucchero per riprendermi!
Avevate creduto che una notizia del genere potesse essere stata partorita dalla mente di un politico italiano? Eh...eh no...
L'idea (geniale) non è italiana, ma della Francia che ha annunciato quanto scritto sopra per voce del suo premier Valls (e che Dio l'abbia in gloria di nuovo).
Offrirò un buon the al primo politico italiano che deciderà di copiare quest'idea e di mettere in atto una politica uguale a quella francese...! Offresi thè a politico volenteroso che ancora crede nella difesa di questa nazione e nella sua rinascita!!!
Monia G.

Gioielli

Cotò-Gioielli è il luogo nel quale vi presento gli accessori da me realizzati all'uncinetto


Collana irish (blue)


La collana di ispirazione irlandese (con tutti i suoi incantevoli motivi), è realizzabile in ogni colore, interamente realizzata a mano, è impreziosita dalla fine lavorazione in rilievo e dall'intreccio (ad uncinetto) dei fili d'acciaio.



Collana tarta (viola e gialla)

La collana interamente realizzata all'uncinetto (anche l'inserto del filo d'acciaio lo è), può essere realizzata in tantissimi colori e di ogni lunghezza. Basta chiedere!



Coorallo
Il coordinato collana + bracciale, è realizzato con pietre fiorentine e, indossato, conferisce un'aria elegante e, contemporaneamente, casual.
Pensato per essere adatto in ogni occasione e ad ogni età!







Bracciale wrist
Il wrist è un bracciale per chi ama l'estro, la femminiltà, il carattere deciso di un accessorio senza mezzi termini. Non si tratta di un semplice bracciale, si tratta di un WRIST!



Parure rossa 
Realizzata a quattro mani (con Elisa's Closet)è di colore rosso vivo (si vede bene nella seconda foto). Collana extra extra extra lunga, bracciale e orecchini. Elegante è dire poco!






Vedi anche la pagina Abbigliamento & dintorni e troverai altre realizzazioni originali!




 

20 gennaio 2015

L'ora del the - Sexy Alitalia


Il the è una tazza di vita. (Anonimo)

20 gennaio 2015
"Alitalia: Hogan, sarà la compagnia più sexy".

 C'era un tempo in cui l'Alitalia stava fallendo. Poi le cordate. Poi le proposte di altre compagnie, poi i rifiuti e infine, dopo alterne vicende, alla compagnia di bandiera italiana viene lanciato il salvagente (grande il 49% della torta) dalla Etihad (compagnia di bandiera araba).
Tutti a darsi un gran da fare. E fai che ti rifai lo stellare Consiglio di Amministrazione Alitalia (vedere qui per credere) partorisce meravigliose strategie di marketing per risanare le sorti ormai spacciate di una Società decaduta.
Tutti contenti e fiduciosi nella rinascita di una Società con la Esse maiuscola.
Passano i mesi e, con l'arrivo del 2015 l'attacco a Charlie Hebdo sconvolge l'Europa a giù parlare di terrorismo, di sicurezza nazionale, europea e internazionale, di allarmi di contrattacchi e attentati.
E oggi... Oggi l'Ad di Alitalia Hogan dichiara che "l'Alitalia sarà la compagnia più sexy".
"Compagnia sexy"???
Da una compagnia italo-araba, con un vicepresidente internazionale come Hogan, mi aspetto di sentire che da oggi l'Alitalia sarà la compagnia più sicura al mondo, non di certo la compagnia più sexy!!! Gli aerei possono essere belli, stabili, veloci, confortevoli. Tutto, ma sexy no!
Quando è accaduto che le compagnie aeree sono state dotate di forte attrazione erotica? Da quanto tempo possono considerarsi eccitanti? Negli ultimi anni devo essermi persa qualcosa!
Cos'ha in mente il CdA Alitalia? Hostess e steward in abbigliamento di pizzi e lattice? Aprendo la cloche del vassoio al posto pranzo troverò un sex toys?

Verso il the nella tazza e lo sorseggio ancora fumante. D'improvviso sobbalzo: è amaro e mi ricordo di essere italiana ma non dell'Italia che vorrei: dell'Italietta che tutti deridono.
Zucchero nel the, grazie!
Monia G.

19 gennaio 2015

L'ora del the - Hacker e SonyLeaks


Il the è una tazza di vita (Anonimo)


19 gennaio 2015
"Gli americani, infiltrandosi nella rete degli hacker,
dimostrano la responsabilità della Corea del Nord sugli attacchi hacker alla Sony".

Qualche tempo fa gli hacker nord coreani riescono a bloccare e tenere sotto scacco l'uscita di un film della Sony su Pyongyang (o meglio su Kim Jong Un, dittatore della nordcorea).
Scandalo. Frastuono mediatico. Tutti a domandarsi se qualche hacker stesse spiando i propri dati ed ecco pronta la gogna dell'indignazione a difesa della privacy e del diritto di pensiero. Tutti a difendere i diritti di un regista che deve poter esprimere liberamente la propria arte e le proprie idee (e ci mancherebbe altro).
Poi pian piano si sente sempre meno parlare dello scandalo SonyLeaks.
E d'improvviso ecco che ci tolgono le coperte dal letto e ci dicono che chi non voleva essere spiato (e poi attaccato), a sua volta, con i suoi hacker o sistemi di sicurezza, teneva sotto controllo gli hacker con gli occhi a mandorla! E proprio dai movimenti hackeristici orientali, gli occidentali della Nsa hanno avuto le prove dell'hackeraggio originario.
Spionaggio e controspionaggio. Enigma e Radio Londra. Corsi e ricorsi storici. Tanto rumore per nulla! Sconforto dettato da nazioni e omuncoli che non hanno altro da fare che giocare alla guerra e poi senza ritegno ci tengono ad informare il mondo dalla bravura di tutti questi hacker.
Non so a voi, ma a me queste storie di raggiri intellettuali mi annoiano... Se si mettessero di fronte ad una tazza calda, all'ora del the, potrebbero fare quattro chiacchiere e risolvere i problemi tra loro invece che farne participe l'intero mondo!
Monia G.