Il the è una tazza di vita. (Anonimo) |
06 marzo 2015
"Lei a chi?"
Quando l'educazione si scontra col buon senso mi scoppia una forte emicrania ed ho bisogno di una buona calda e rassicurante tazza di the.
Lei, Voi, Loro, Ella, Vossignoria e tutte le allocuzioni di riguardo mi provocano un turbamento sismico all'idea di cosa dover scegliere di fronte all'emerito sconosciuto di turno: dare del Tu o del Lei?
Se la persona che ho di fronte è anziana gli devo dare del Lei (Voi, Loro, Ella, Vossignoria). Bene. Andava bene nel 1970 quando ancora tutti gli anziani si riconoscevano (esteticamente parlando) e quando loro stessi non cercavano con cervellotici escamotage la rinnegazione del corso della natura. Oggi la signora settantasettenne sgambetta sull'hydrobike, ha appuntamento per rimpolpare le rughe col filler, è in lista d'attesa per un ritocchino alle palpebre, usa quintali di fondotinta, ha la carta gold del solarium e medita nel letto, prima di dormire, sul colore delle sopracciglia da chiedere al tatuatore. Il maschio settantasettenne dimezza la pensione dall'estetista per improbabili sopracciglia ad ali di gabbiano, fa il trapianto dei capelli rinfoltendo erbetta nel prato della stempiatura, si fa la ceretta total body, indossa imbarazzanti pantaloni aderenti per esercizi da body builder impenitente e conserva in cassaforte scorte di pillole blu. Signore e signori che, giusto per cavillare, non si fanno mancare nel guardaroba vestiti a dir poco opinabili indossati con intraprendenza al grido di "mi sento giovane dentro".
A questi tipi (signore e signori) si deve dare del Lei. Si dovrebbe. Ma non sarò io a infrangere il sogno d'eternità a chi sta sacrificando la natura pur di non apparire come non è: anziano.
Se la persona che ho di fronte è di grande importanza, allora vige il Lei (Voi, Loro, Ella, Vossignoria). Bene.
Per eccellenza le persone di grande importanza sono i politici. E a tutt'oggi Essi ci tengono, ebbene sì, al riguardo del "lei non sa chi sono io"; non per altro Essi sono pur sempre "onorevoli". E con un certo onore rendono stabili le statistiche di alcuni reati: peculato, affiliazione mafiosa, falsa testimonianza, corruzione, truffa, abuso di potere, sfruttamento della prostituzione, concussione. Il reato di scambio elettorale politico-mafioso parla da sé, senza commento alcuno. Poi ci sono politici ed ex mai lasciati in disparte che percepiscono pensioni d'oro in un lungo e grave momento di crisi, chi paga ottanta euro d'affitto al mese per una casa in pieno centro a Roma, chi è stato beccato con le mani nella marmellata delle tangenti, chi ha dato un aiutino ad un amico malavitoso, chi ha nascosto milioni e milioni di lire nei divani di casa e chi dopo pochi anni di mandato percepisce vitalizi milionari.
A questa gente si deve dare del Lei. Si dovrebbe. Ma ogni volta che mi trovo faccia a faccia con uno di questi signori, dovrei pur sapere che tipo di reato ha commesso, se ne ha commessi e se con onore ha pagato il suo tributo alla società tutta. A naso mi sembra che la maggior parte dei rientranti nella categoria delle persone di grande importanza fanno la voce grossa per cercare di coprire scheletri sui quali i CSI nostrani non hanno ancora potuto indagare. Non se l'abbia a male chi con onore svolge il suo lavoro ma si sa che nella massa paga anche il giusto per il peccatore. E' come dire che si aumentano le tasse ai comuni cittadini perchè uno Stato incompetente non riesce a recuperare i denari provenienti da ogni tipo di illecito (incluso il portare i soldini all'estero). Non sarò io a coprire d'onore chi l'ha volutamente perso (il Lei).
Se la persona che ho di fronte è di grande integrità morale il discorso è diverso: è l'unico caso in cui sono disposta a dare del Lei, Voi, Loro, Ella, Vossignoria. Poichè sarà improbabile un incontro col Papa, col Dalai Lama, con Madre Teresa (per evidente motivo) e con qualche altro Nobel per la pace, la questione del Lei si risolve da sé.
Il the è finito e mi rammarico nel dover, per cause di forza maggiore, congedare definitivamente il caro buon vecchio "Lei" al posto del quale accolgo il più democratico e meno invadente "Tu".
Ma d'altronde, se devo dare del Lei a chicchessia, voglio essere sicura che al mio cospetto ci sia un chicchessia degno! Prima di rivolgere la parola a qualcuno dovrei essere così pragmatica e razionale da chiedere in ordine: "ha commesso reati di tipo penale? Problemi di pedofilia, pederastia o incesto? Ha mai accettato o dato tangenti? Ha mai favorito comportamenti illeciti? Ha evitato di denunciare movimenti sospetti da lei visti solo perchè non voleva finire invischiato in certe storie? Ha ucciso, torturato, abbandonato animali? soldi all'estero? Società offshore? giura di non aver mai rubato una penna in cartoleria? Trovato portafogli pieno zeppo di soldi e restituito il denaro al legittimo proprietario? Pagati tutti i biglietti degli autobus presi in vita sua? Buttato cartacce, involucri di caramelle o mozziconi di sigaretta a terra negli ultimi trent'anni? Ritocchi personali? Quante pillole blu consuma all'anno? Botulino, filler, chirurgia plastica, in quale entità?" E via via così. Se il questionario risultasse completamente pulito potrei dare del Lei, Voi, Loro, Ella, Vossignoria. Ma intanto il chicchessia in questione se ne sarebbe andato. E allora tanto vale dare un semplice, antico, confidenziale, irriguardevole "Tu".
Monia G.
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